L’arrivo di un “colibrì diplomatico” di proprietà del Governo Italiano
Il trasporto dei colibrì avviene su autovetture “uso speciale”, ambulanze dello Stato con il logo del Ministero dell’Ambiente, in camere climatiche completamente automatizzate e computerizzate e con la scorta della Polizia di Stato e dei Carabinieri.
All’arrivo ciascun colibrì viene isolato in un moderno centro di quarantena ove ogni esemplare ha una camera climatica interamente a sua disposizione con tutti i confort necessari: dalla possibilità di effettuare il bagno di sole “sunning”, alla pioggia automatica , ai tunnel per nascondersi in attesa dell’applicazione della “human-terapy”. La “human-terapy”, l’esatto contrario della “pet-terapy”, è una pratica adottata dal Centro per abituare l’uccello a riconoscere nell’uomo una figura “convivente” da non temere, eliminando qualunque forma di stress e rafforzando le difese immunitarie del soggetto. Il nostro Centro è riconosciuto ai sensi della Normativa della Comunità Europea 90/425/CEE in quanto rispondente ai requisiti delle Normative 92/65/ CE, 1282/2002/CE, 2005/760/CE. Il Centro di quarantena è inoltre riconosciuto dalla Normativa Comunitaria 2000/666/CE.
La Polizia di Stato
L’uso del logo della Polizia di Stato e del servizio di scorta è stato disposto dal Governo Italiano e autorizzato dal direttore nazionale del Servizio Polizia di Frontiera dott. Antonino Puglisi, dal direttore nazionale dell’Ufficio Relazioni Esterne dott. Roberto Sgalla, e dai dirigenti del Friuli Venezia Giulia, dott. Antonio Campanale, dott. Pietro Comelli e dott. Enrico Maiova. Nella foto in basso a destra il Vice Questore della Polizia di Frontiera del Friuli Venezia Giulia Colonnello Enrico Maiova mentre consegna al direttore del Centro colibrì Stefano Rimoli l’autorizzazione all’uso del Logo della Polizia di Frontiera per il trasporto dei colibrì.