Dal sogno di Margherita Hack ad una realtà concreta

La nostra storia

Il Centro per la salvaguardia dei colibrì nasce alla fine degli anni ’90 all’interno delle Serre Imperiali del Parco del Castello di Miramare di Trieste, per volontà di Margherita Hack, di molti appassionati, di Università, di Associazioni Ambientaliste e sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente italiano.

Il Centro, inaugurato da Piero Angela, nasce dalla necessità di realizzare per la prima volta al mondo le linee guida per l’allevamento dei colibrì così da poterli preservare dall’estinzione con l’intento finale di realizzare riserve naturali in Sud America ove mettere in pratica le scoperte fatte a Trieste.

Dopo oltre 10 anni di attività nel Parco Demaniale del Castello di Miramare, il Centro Commerciale Città Fiera, su richiesta di Margherita Hack, offre una nuova casa ai colibrì realizzando moderni laboratori e complessi ecosistemi.

Nel 2012 è stato firmato un accordo tra la professoressa Margherita Hack, presidente dell’Istituzione scientifica e il Centro Commerciale Città Fiera, che coinvolgendo le aziende del Gruppo Bardelli e il partner Corio, ha permesso la creazione di un centro di ricerca all’avanguardia,
realizzato interamente con fondi privati.

Dal sogno di Margherita Hack ad una realtà concreta

Nel Centro di Ricerca i colibrì vengono tenuti sotto osservazione 14 ore al giorno e sono studiati con metodo e rigore scientifico: un tipo di studio che non può essere effettuato da un giardino zoologico, la cui principale
finalità è la didattica, ma deve essere invece affidato ad un centro di ricerca specializzato che lavori insieme ad Università e ai Governi Sudamericani.

Per questa ragione la professoressa Margherita Hack, nota ambientalista e animalista, ravvisò già nei primi anni ’90 insieme al professore K.L. Schuchmann, il più famoso esperto al mondo di colibrì, la necessità di fondare
un Centro di Ricerca dedicato a questi uccelli, un sogno che oggi è una realtà.

Un passo di fondamentale importanza per la salute dell’intero pianeta, in quanto dai colibrì e dalla loro salvaguardia dipende la sopravvivenza della vegetazione sudamericana,
di cui questi uccelli minacciati di estinzione sono i maggiori responsabili impollinatori.

Il più noto esperto di colibrì del mondo, il prof. K.L. Schuchmann affida al Presidente del Centro Colibrì Margherita Hack il compitodi continuare il lavoro scientifico da lui iniziato alla fine degli anni ‘60.

Il nostro obiettivo: realizzare linee guida per l’allevamento dei colibrì

Il colibrì è una creatura assolutamente unica per le sue caratteristiche fisiche, biologiche e comportamentali, tanto da sembrare un alieno su questo pianeta.
Talmente alieno e sconosciuto che ad oggi non esistono al mondo delle linee guida scientifiche che consentano di aumentare la popolazione di colibrì o di allevarli, nemmeno nel loro ambiente naturale.

Non basterebbero milioni di euro o i più grandi parchi nazionali per allevare e ripopolare il colibrì, senza sviluppare prima il protocollo scientifico.

Perchè in Europa?

Lo studio del colibrì nell’ambiente naturale non è sufficiente per determinare quali sono i parametri fisiologici dei colibrì e non basta per avviare un programma di ripopolazione finché non sarà stabilito un protocollo scientifico di allevamento del colibrì, ad oggi inesistente.

Bisogna quindi ricreare l’habitat naturale del colibrì in un ambiente “protetto” così da poter monitorare costantemente i parametri ambientali e i fabbisogni di questi animali.

Solo in questo modo saremo in grado di conoscere le reali necessità dei colibrì e la loro fisiologia.

La nostra missione: la salvaguardia del pianeta

Proseguiamo la strada indicataci da Margherita Hack, fondatrice e presidente del Centro, una strada che partiva dal suo cuore verso la salvaguardia del nostro pianeta.

Questa Istituzione è un mezzo per percorrere questa strada, è un centro di ricerca dove poter studiare la vita, la riproduzione e le tecniche per proteggere dall’estinzione il colibrì, quel piccolo uccello sudamericano che da solo mantiene in vita buona parte delle foreste del Sud America.

Perchè i colibrì?

L’estinzione di questi piccolissimi uccelli sud americani, impollinatori dell’85% della vegetazione di quel continente, comporterebbe nell’arco di tre generazioni la totale desertificazione dell’America subcontinentale, con gravi conseguenze per tutto il pianeta.

Progetti futuri: creare nuove riserve naturali

L’auspicio per il futuro è che altri centri di ricerca nel mondo possano iniziare ad allevare il colibrì con rigore scientifico e a finanziare riserve naturali nell’ambiente naturale ove mettere in pratica le scoperte scientifiche effettuate.

Con gli esemplari nati e provenienti dal Centro colibrì italiano e grazie al lavoro scientifico fatto dal suo staff, l’istituzione zoologica Welt Vogel Park a Walsrode (Germania) e l’Oasi di Sant’Alessio (PV) stanno mettendo in pratica con successo le tecniche di allevamento scoperte e trasmesse dal Centro colibrì.